venerdì 29 aprile 2016

Quarta, quinta e sesta strategia di manipolazione mentale



Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta e alla comprensione delle altre tre tecniche di manipolazione mentale.
La quarta tecnica, quella del differire, consiste nell'applicare delle misure restrittive, semplicemente ritenute dolorose e necessarie, e farle accettare come un sacrificio futuro. Del resto la mentalità corrente, che accomuna la quasi totalità delle persone, è la tendenza a sperare che "domani le cose miglioreranno" e che il sacrificio paventato potrebbe essere evitato. Pensate ad esempio all’inflazione, al debito pubblico, allo spread. Quanti di questi problemi ci riguardano realmente? Come cita l'Art. 3 della Costituzione: "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana...", lo Stato dovrebbe assumersi le proprie responsabilità per la cattiva gestione dei conti e non evitarle deliberatamente, creando e modificando costantemente tasse e Iva a discapito dei cittadini, nel tentativo di migliorare la situazione. Quindi, se è vero che siamo cittadini, ed è giusto partecipare anche alla vita economica in modo completo, è pur vero, che prima di ogni cosa siamo esseri umani, ed è altrettanto giusto esercitare il nostro diritto alla libertà d'informazione per difendere la propria vita nella sua totalità.
La quinta tecnica, rivolgersi alla gente come a dei bambini, viene largamente usata negli appelli rivolti al grande pubblico ed è una tecnica psicologica che possiamo riconoscere negli spot pubblicitari. E’ rappresentata dal fatto che la maggior parte della pubblicità usa discorsi, argomenti, personaggi e un’intonazione infantile, considerando lo spettatore come un bambino in età scolare e dunque facilmente suggestionabile. Proprio a causa della suggestionabilità quest'ultimo, con molta probabilità, tenderà a dare una risposta o ad avere una reazione priva di senso critico. Ne è un esempio calzante la pubblicità natalizia della Bauli. Essa punta sul fattore emozionale che, rievocando la tradizione italiana del Natale in cui tutta la famiglia è riunita e regna l'amore e la gioia, provoca un corto circuito della parte razionale dell'individuo. L'uso del tono emotivo infatti permette di aprire la porta dell'inconscio per installare “memi”, cioè idee, desideri, compulsioni e perfino indurre comportamenti, attraverso quelli che vengono in gergo definiti “messaggi subliminali” e che costituiscono la base delle azioni di marketing di ogni azienda. A questo punto basterebbe un semplice "perché" per indurre una riflessione e un senso critico ma, in questa società dei “non perché”, e la nostra lo è per eccellenza, non "possiamo" permettercelo e dunque i "perché" vanno banditi. Questo è il principio su cui agisce la sesta tecnica, usare l'aspetto emozionale molto più della riflessione.

martedì 26 aprile 2016

Emozioni: Testa o Cuore?




Prima di dare una risposta, analizziamo le analogie e le differenze che caratterizzano questi due organi dal punto di vista biofisico.

Il cervello e il cuore, si sviluppano entrambi nel feto... mentre il primo si evolve completamente solo dopo la nascita attraverso le informazioni percepite con i canali sensoriali e assimilate dal mondo esterno, il secondo è perfettamente in grado di svolgere le sue funzioni nel momento in cui viene al mondo. Il cervello è definito un organo freddo e  vive come un recluso nella scatola cranica. Il cuore invece, è considerato un organo caldo in quanto muscolo potente e instancabile. Entrambi producono un campo elettromagnetico, ma il cuore ha un sistema oscillatorio 5.000 volte più potente grazie ai suoi 40.000 neuroni con i quali contribuisce, assieme a quelli localizzati nell’intestino, alla produzione di talune sostanze chimiche prodotte dall’ipotalamo, i neurotrasmettitori, che regolano le difese immunitarie. Come dimostrato a suo tempo da Rita Levi Montalcini studiando il comportamento delle cellule neuronali, esse sono in grado di comunicare tra di loro attraverso uno scambio di informazioni di tipo elettromagnetico, in questo caso parliamo di stimoli nervosi, così come gli organi, e di influenzarsi a vicenda. Questo perché in tutte le cellule è presente il DNA, che dal punto di vista elettronico viene chiamato "circuito oscillante", che permette l'emissione e la ricezione di onde  elettromagnetiche.
I neurotrasmettitori dunque, mediano i pensieri e i sentimenti che, a seconda della loro qualità vibrazionale, sono responsabili dello stato di salute del nostro corpo. Vale a dire... rabbia, paura, invidia … sono sentimenti che emettono vibrazioni in grado di produrre un campo elettromagnetico caotico e disordinato; mentre gratitudine, amore, gioia …  producono un campo elettromagnetico ordinato e armonico. Del resto sappiamo già che il cuore, con la sua funzione bidirezionale, è il nostro secondo cervello anche se, in realtà, di cervelli ne abbiamo ben tre! Dunque, quando i suddetti organi si trovano in perfetto equilibrio, ossia in uno stato di coerenza, anche i due emisferi cerebrali sono ben allineati e armonizzati ed entrano in uno stato in cui si acuiscono le capacità intuitive, la creatività, la comprensione … il benessere in generale. In conclusione, possiamo affermare che la nostra mente è costituita da una parte materiale o fisica formata da cervello e corpo e da una parte immateriale (rete psicosomatica) su cui viaggia il flusso di informazioni. Dunque, se da una parte possiamo definirci freddi, distaccati e calcolatori e dall'altra, caldi, amorevoli e istintivi, le emozioni nascono dalla testa o dal cuore?

La diretta conseguenza è che se imparassimo a gestire le nostre emozioni anziché reagire ad esse, ad indirizzarle consapevolmente,  riusciremmo a cambiare anche la nostra realtà fisica, focalizzandoci sulla salute invece che sulla malattia. Lasciamoci guidare dal cuore più che dal cervello e scopriremo che la medicina dell’anima si chiama AMORE.

domenica 10 aprile 2016

Le prime 3 strategie di manipolazione


Con questo articolo approfondiamo le prime tre tecniche del prontuario eleborato e sintetizzato da Noam Chomsky che vengono applicate quotidianamente dai nostri governanti e da tutti i mezzi di informazione e comunicazione di regime su scala mondiale,  per dominarci, condizionarci e farci accettare, in nome di un presunto “nobile fine”, le decisioni e le leggi più aberranti e vessatorie.


La prima strategia ed anche la più comune, la distrazione, vie- ne messa in atto con una serie di tecniche o “armi di distrazio- ne di massa”, considerati veri e propri strumenti mediatici, utilizzati per distogliere la nostra attenzione da tutto ciò che di realmente importante accade intorno a noi. Da sempre i governi hanno cercato di tenere occupata la men- te pensante dei cittadini con idiozie varie, dalla televi- sione allo sport, al sesso, alla religione, manipolando secondo necessità, un gruppo limitato di persone, una nazione o l'intera popolazione mondiale. Ecco un tipico esempio di tecnica, all’apparenza banale, che viene usata inconsciamente già dai nostri genitori fin da quando siamo piccoli: la promessa di portare il bambino al circo per poi dirgli, all’ultimo momento, che quel giorno c’è un fantomatico sciopero dei clown e fargli dimenticare la grande delusione spostando la sua attenzione sull'acquisto di un bel gelato. In questo caso la vittima è solo un bambino innocente… ma cosa succede quando la vittima è un'intera popolazione? La mossa più semplice e dal minor costo, è l’invito di un personaggio noto per parlare del suo ultimo libro o un di un cantante famoso ormai sulla via del tramonto, per un concerto nella piazza principale, se il problema o lo scandalo sta per scoppiare o quando è già scoppiato e si ha bisogno di insabbiarlo. Un plausibile  esempio: un quartiere dove le strade sono piene di buche ed è aumentato il numero degli incidenti, oppure un’intera città assediata dal traffico o dalla microcriminalità. In questo caso, dopo l'evento, la gente tornerà a casa felice dimenticando quanto di grave stà accadendo. Anche i fatti di cronaca nera sono sempre attuali e di moda. Qualsiasi omicidio può essere un buon pretesto per distrarre la popolazione a patto che si tratti di omicidi passionali. Ricordiamo il clamoroso delitto di Cogne che è stato portato avanti per mesi con interviste, dibattiti e inverosimili colpi di scena.

La seconda strategia, creare problemi e offrire soluzioni, è basata sulla “creazione a tavolino” di paure ingiustificate e si utilizza quando si vogliono far accettare misure o leggi, inducendo inconsciamente la popolazione ad essere il mandante di tali richieste. Ricordiamo il mito dell'aviaria che nacque quando un contadino cinese morì di influenza in un pollaio. Un giornalista spaventato, scrisse un pezzo allarmistico sul Corriere di Shangai e la notizia si diffuse rapidamente con effetti globali. In Italia la sua diffusione è stata molto aiutata dall'allarmismo infondato dei Tg che sono riusciti a far credere alla nazione che il mondo potesse essere decimato da un raffreddore per polli tanto che, per avvalorare ulteriormente questa tesi, un celebre giornalista si presentò in onda con delle macchie rosse sul viso disegnate con un pennarello, sostenendo che fossero un sintomo dell'aviaria. In questi casi basta cavalcare l’onda mettendo in giro qualche voce falsa per alimentare il panico: il tutto a vantaggio delle lobby dei medici e delle case farmaceutiche con l’obiettivo di vendere farmaci che altrimenti sarebbero rimasti inutilizzabili. La paura porta la gente a rinchiudersi in casa, ad essere diffidente, a spiare, ad essere vulnerabili e a credere a tutte le “informazioni tendenziose” che la tv propina quotidianamente, con l’errata convinzione che almeno essa sappia darci i giusti consigli.

Il principio su cui si basa la terza strategia, la gradualità, come dice la parola stessa, è un fenomeno che si svolge in modo graduale per un certo periodo di tempo. A partire dagli anni ’80, è iniziata la progressiva azione di impoverimento di massa, fatta di privatizzazioni, flessibilità, precarietà, disoccupazione, che ha potuto dilagare pian piano fino ad essere oggi, in un contesto malato, una situazione ritenuta normale. Hanno fatto in modo che il valore della nostra rimpianta “lira” si abbassasse a tal punto da poter giustificare l’introduzione di una moneta unificata, con l’illusione che una valuta forte avrebbe garantito maggiore stabilità al Paese. Di fatto gli stipendi sono rimasti gli stessi e il costo della vita è raddoppiato. Il popolo ha cominciato a risvegliarsi dallo stato di trance, abilmente indotto da tale illusione, cominciando a manifestare i primi dissapori che avrebbero portato all’attuale stato di crisi. Dunque, il trucco sta nell’allargare a poco a poco la minoranza povera fino a farla diventare la larga maggioranza della popolazione, e per fare accettare le attuali condizioni socio-economiche, è stato necessario applicare tutti quei cambiamenti “scomodi” in modo graduale, oserei dire con il contagocce, al fine di evitare una rivoluzione.

lunedì 28 marzo 2016



Benessere o Malessere?


In passato il concetto di benessere, che deriva dall’unione di due parole benessere e che vuol dire “stare bene", era incentrato esclusivamente sull’idea di assenza di patologie. Oggi si è arrivati ad una visione del termine più ampia e completa, tanto che nel Rapporto della Commissione Salute dell'Osservatorio Europeo il benessere viene definito come "lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società". Inoltre, come si legge nel Rapporto, tutti e cinque gli aspetti sono importanti, ma ancora più importante è che questi siano tra loro equilibrati. Questa visione è il punto cardine di molte discipline e correnti di pensiero occidentali e orientali, come la “MEDICINA ANTROPOSOFICA”, la cui filosofia è incentrata appunto sull’uomo inteso come corpo, mente e spirito; a differenza della medicina accademica che resta ancora legata ad una visione cartesiana e meccanicistica, dove la mente e il corpo, sono considerate due entità separate.  E’ ormai da tempo provato che i sistemi nervoso, endocrino e immunitario comunicano tra loro, e che ogni singolo organo parla con gli altri per mezzo di un linguaggio comune, fatto di molecole chimiche e di energie, che è in grado di mettere in comunicazione tutte le cellule del corpo, e queste con l’ambiente. Partendo dal presupposto che ogni cellula del nostro corpo risponde ad ogni singolo pensiero e parola che pronunciamo, in quanto il nostro corpo è lo specchio dei nostri pensieri e delle nostre convinzioni, possiamo capire quanto sia potente il legame mente-corpo e come ogni malattia abbia un suo preciso significato.
La malattia è il modo attraverso il quale il corpo comunica con noi ed è per questo che è necessario imparare a “sentire” e ad interpretare i messaggi che ci invia; occorre divenire consapevoli del fatto che il nostro corpo è un grande alleato, e che tramite la “sofferenza” ci avverte di un modo d’essere sbagliato, fatto di comportamenti e di emotività che probabilmente non gli appartengono. 
Dunque, il dolore e la malattia sono considerati i “campanelli” della dis-armonia in una parte dell’organismo che si traduce in "malessere", cioè vivere male e si contrappone al “benessere” che invece significa vivere in uno stato di armonia con se stessi, con il proprio corpo e con gli altri.